Che ci siano, per tutti, colori “amici”, che, indossati, ci donano, ci illuminano e ci fanno sentire bene e, al contrario, colori che ci spengono, ci sovrastano e, insomma, non ci stanno bene, crediamo sia esperienza piuttosto comune ed immediata di tutti noi.
Oramai non è un mistero che, per capire quali siano i nostri colori “amici”, ci sia un’apposita disciplina. Sì, parliamo dell’armocromia, che è ben più di una moda o una mania passeggera, ma una vera e propria disciplina scientifica, basata sullo studio della teoria dei colori.
L’armocromia ha le proprie origini nella seconda metà dell’800, ma si è sviluppata negli USA circa un secolo fa. Utilizzata inizialmente soprattutto per far risaltare la bellezza delle attrici cinematografiche, negli anni ’80 del ‘900 si è diffusa grazie a pubblicazioni e programmi televisivi, divenendo accessibile a tutti.
Lo scopo dell’analisi armocromatica è, in sostanza, quello di individuare la “palette”, ossia l’insieme di colori, più armonica e, quindi, più valorizzante per ognuno, partendo dall’esame dei nostri colori naturali: pelle, occhi e capelli.
Il primissimo passo è individuare il proprio sottotono: se freddo (caratterizzato da carnagione tendente al rosato o all’olivastro) o caldo (con carnagione ambrata o comunque tendente al beige).
Le palette si suddividono in quattro diverse variabili, che non a caso sono state denominate con i nomi delle quattro stagioni, perché ognuna di esse contiene proprio i colori caratteristici della stagione di riferimento.
Così, se l’inverno è caratterizzato da colori freddi e ricchi di pigmenti blu, l’altra stagione “fredda”, l’estate, è ricca di colori tenui. Allo stesso modo, le due stagioni “calde”, l’autunno e la primavera, si caratterizzano, rispettivamente, per la presenza di tutta la gamma dei colori della terra e di quelli della natura al proprio risveglio.
Esaurire tutto l’argomento in poche righe, comunque, è impossibile, per cui vi promettiamo di approfondire ogni stagione nelle prossime settimane!